Analisi sul governo Lega-M5S secondo l'ideologia della qualità della vita

Foto di Domenico Esposito
Teorico di sistemi
multidisciplinari applicati
alla qualità della vita
La repubblica italiana è viva più che mai... La politica come relazione tra cittadino e apparati statali funzionale al miglioramento della qualità della vita ha auto ragione anche questa volta. Come andra a finire? Troppo presto per giudicare.
Però una novità importante la possiamo già iniziare a registrare, a parte le tensioni iniziali tra poteri dello Stato e l'egocentrismo dei due vicepremier, la novità è che abbiamo al vertice di questa primavera italiana l'applicazione del concetto di qualità della vita come faro dell'azione di governo, che è diventato in questa campagna elettorale il tema politico fondamentale in Italia. Questo è innegabile, il cardine dell’ascesa del nuovo governo con il M5S di Luigi Di Maio è stato la qualità della vita, che in modo intelligente ha seguito ricalcando il modello presentato a Napoli da Domenico Esposito con la lista civica  qualità della vita alle amministrative del 2016, così come è il fulcro del nascente esecutivo del Presidente Giuseppe ConteL’applicazione vincente di questo concetto come alternativa ai vecchi schemi ideologici conflittuali sta iniziando a dare i suoi frutti, ora bisogna passare dalle parole ai fatti... Mai come prima la qualità della vita è al centro del dibattito istituzionale e politico. Il processo dialettico sul dibattito che verte intorno a tale concetto ci ha condotto alla terza Repubblica. L’era dell’ideologia della qualità della vita è di fatto iniziata, bisogna ora costruirla con le riforme strutturali paesaggistiche...poiché uno dei presupposti di questa ideologia è la riduzione degli squilibri, che sono considerati dei rischi, che a lungo andare possono diventare insostenibili, quindi la scarsa crescita è un argomento centrale. A tal fine bisogna saper costruire valide relazioni con l'esterno e al proprio interno, pertanto la politica dell'ideologia della qualità della vita è fondamentale in questo processo di adeguamento. L'assetto del nuovo governo mi sembra abbastanza orientato a seguire la linea della geopolitica dell'ideologia della qualità della vita, così come si sta muovendo per affrontare gli squilibri interni, atti a rimuovere gli ostacoli che determinano diminuzione di qualità della vita.
Ci sono molto cose che non vanno bene, se dipendesse solo dal Capo dello Stato sarebbe tutto molto più semplice, intanto abbiamo avuto una sorta di rivoluzione dal basso e lo Stato italiano ha retto bene al desiderio di cambiamento popolare, con le sue alte cariche l’ha portata con mano al governo del paese, quindi la democrazia italiana è viva; ciò è ancor più vero se si pensano alle drammatiche primavere arabe, a quella greca o spagnola. Un precesso che vede in una netta opposizione l'élite del vecchio sistema e il popolo (leggi questo link per approfondire ulteriormente i rischi se si dovessero superare certi limiti, anche in visione delle decisioni che la BCE ha preso sul QE), il quale con la sua partecipazione più attiva arricchisce la dialettica democratica, facendo proprie delle istanze che si fanno istituzione e quindi azione di governo. In questo modo la democrazia si rinvigorisce grazie alle conoscenze profonde dei problemi vissuti dai cittadini con tutte le difficoltà proprie di chi non è privilegiato, che derivano da un processo dialettico territoriale, che li vive quotidianamente, a differenza della vecchia governance, che vivendo in maggiori privilegi, i cosiddetti castelli artificiali, per forza di cose tende a non conoscere più le vere esigenze di chi soffre mancanza di soluzioni politiche, inevitabilmente si trascurano certi aspetti. Allora per forza di cose diventa importante il rimescolamento delle idee, la cosiddetta rivoluzione gentile tra popolo ed élite, per ricollocare il giusto equilibrio politico, economico e sociale più utile alla comunità.


Il governo M5S-Lega è un fenomeno naturale, che l'ideologia della qualità della vita interpreta come conseguenza della legge italiana, applicata dallo Stato e dagli organi di garanzia che sono deputati a rimuovere gli ostacoli che limitano la crescita della qualità della vita, tra cui gli errori della politica dimostratasi incapace di garantire e ad eguagliare un sufficiente livello di qualità della vita a tutti i membri dello Stato. Tra questi errori ci sono leggi fatte e non, leggi efficaci e non, leggi efficienti e non; in tutto ciò manca un’adeguata cooperazione sinergica tra tutti gli apparati dello Stato sia a livello centrale che locale e questo è un grande limite per lo sviluppo, ancor più per ridurre la sperequazione di alcuni territori rispetto ad altri che soffrono maggiormente per l'inefficienza produttiva. I settori produttivi sono spesso tra loro scollegati, anche a causa della scarsa valorizzazione dei saperi universitari d'eccellenza che non trovano giustamente spazio in territori dove si investe poco in conoscenza applicata alla produttività, soprattutto al sud, dove cresce la crisi di sistema paese; ciò comporta la mancanza totale di alcune importanti filiere relative alla vivibilità e alla produttività, il che si traduce spesso nella mediocre gestione delle risorse come l'acqua da ogni punto di vista, dei rifiuti dove manca un sistema industriale moderno ed efficace, anche nelle grandi città come Napoli; inoltre, si registra in alcune aree la scarsa azione programmatrice della politica locale del settore primario, del secondario e del terziario; ciò comporta disagi e inefficienze che vanno a peggiorare la qualità della vita dei cittadini e che fanno perdere di competitività. Ormai pare che il terziario avanzato tecnologico abbia preso il sopravvento, ma non dobbiamo dimenticarci di tutto il resto. 

Il problema è che chi ha i soldi vuole vivere sempre più spensierato, senza difficoltà e senza sporcarsi le mani nei settori produttivi classici soprattutto di alcune aree un po' più difficili, chiaramente dove la politica è assente ed inefficiente, dove spesso prevale l'illegalità per superare gli ostacoli, che una programmazione inesistente e datata limitante produce, che impedisce qualsiasi cosa; ciò a lungo andare è deleterio, per questo sono importanti le mie riforme strutturali paesaggistiche applicazioni territoriali dell’ideologia della qualità della vita. La politica deve farsi carico di realizzare la programmazione funzionale alla crescita e alla tutela della qualità della vita del territorio, affinché ci sia produttività, competitività e vivibilità; questa mancanza di pianificazione in Italia, purtroppo, si registra essere uno dei problemi principali; ciò si è evinto dall'azione di governo delle passate amministrazioni, ora vedremo le prossime, con i nuovi provvedimenti legislativi. 

Anche se alcuni indirizzi di governo fanno ben sperare come accennato precedentemente, purtroppo non si vedono ancora applicate le grandi riforme strutturali paesaggistiche dell'ideologia della qualità della vita sui territori, fulcro importante per rimettere in ordine perfino i conti pubblici. 

Perché non si vede ancora all'orizzonte l'applicazione di questa strategia di crescita? A mio avviso, poiché mancano adeguate conoscenze e metodo di lavoro, che è proprio del teorico di sistemi multidisciplinari applicati alla qualità della vita che lavora nell'ambito dell'ideologia della qualità della vita e nelle rispettive applicazioni territoriali, che consistono, ripeto in una serie di conoscenze tra loro connesse, adeguate al singolo territorio col fine di rivalutarlo con tutte le sue specifiche risorse, e ciò ovviamente richiede profonde conoscenze territoriali e quindi una forte cooperazione sinergica con gli apparati locali.

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