La nuova struttura dello Stato italiano
Politica:
La parola d'ordine è modernizzare, innovando. In un contesto occidentale-mondiale precario per i motivi che seguono, l'Italia e gli italiani diventeranno un modello positivo da imitare e da sostenere.
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Egregio Presidente, onorevoli cittadini italiani,
l’identità della cultura italiana,
è fatta di sedimenti idealistici di vite realmente vissute, raccoltisi uno dopo
l’altro nell’arco di un processo storico millenario, questi trovano in parte la
loro straordinaria sintesi, con la nascita della prima legge della Repubblica
italiana, la Costituzione ,
che ribadisco, ha avuto e avrà un ruolo importante per il futuro dell’Italia.
Tuttavia, una naturale revisione storica, dettata dagli eventi, risulta
doverosa; così come la verità, si rivela ai nostri sensi gradualmente, così la
nostra amata Costituzione va aggiornata ai tempi che si evolvono, adattandola
ai nostri, che a rigor di logica e buon senso, esigono minore disgregazione
sociale e più unità a vantaggio di tutti. Questa logica di potere, propone un graduale
processo di integrazione nazionale, più vantaggioso, nonché internazionale che
coinvolgerà nell’immediato i cittadini italiani con lo scopo di modernizzare lo
Stato, rendendolo più pronto alla grande portata delle sfide che ci attendono, che
inevitabilmente si presentano sotto forma di una maggiore integrazione europea
e in un normale processo di unificazione del continente africano, che porterà
un totale cambiamento delle relazioni politiche-economico-sociali dei popoli
mediterranei e di tutti i traffici che transitano per questa importante area
geografica, che diventerà sempre più strategica a fini commerciali e meno
belligerante. Ciò comporterà un radicale cambiamento dei rapporti multilaterali
tra culture diverse, con territori ben connessi tra loro, per una maggiore
condivisione di dati, conoscenze e prodotti. Tutto ciò, però, non dovrà
rappresentare un limite oscuro a vantaggio di pochi eletti, ma deve essere un’opportunità
di crescita economica trasparente e duratura per i prossimi 500 anni per tutti
i cittadini, quella che ho definito essere era della crescita felice.
Gentile Presidente, Miei cari concittadini
veniamo ai problemi del giorno,
quelli che limitano lo sviluppo del sistema Italia rendendolo debole e
fortemente esposto agli attacchi speculativi, interni ed esterni alla nazione,
per opera di fenomeni illegali e legali, comportamenti, a mio giudizio,
scarsamente vantaggiosi per la competitività dell’intero sistema paese, che hanno
danneggiato la cosiddetta economia reale, deturpando i fondamentali settori
produttivi del primario, del secondario e del terziario; prima di tutto perché
si è investito poco e male in essi, troppo spesso ci si è ricorso ai mercati
finanziari, come forma di investimento, i quali hanno perso il contatto con
l’economia reale di qualità, perdendo quella funzione nobile che avevano un
tempo, più utile alla produttività reale, a favore di un parassitismo, che
spesso diventa corrotto e speculativo fine a se stesso. Oggi, dove la
competitività richiede più produttività ed efficienza a tutti i livelli,
abbiamo il dovere di intervenire.
Ci siamo disinteressati delle
cose concrete e necessarie a favore di una astrazione che ha prodotto, si, dei
benefici, ma ci ha allontanato da tutto ciò che permette la sopravvivenza reale,
cioè dalle attività economiche primarie, secondarie e terziarie di qualità. E
come se si volesse pensare che l’umanità possa sopravvivere di sola
astrazione, affrontando il problema dell’avanzamento delle economie emergenti
in maniera superficiale, a quale costo? L’inquinamento dei mari e delle terre,
l’edilizia selvaggia, trasporti non adeguati per l’internazionalizzazione, scarsi investimenti al sud Italia, il
clientelismo, l’eccessiva burocrazia, il lassismo, la corruzione, la mancanza
di idee, politiche per il lavoro inadeguate, la scarsa pianificazione
territoriale nazionale, disorientamento e scarsa attenzione della funzione
nobile del lavoro, sprechi e disattenzione verso lo scorrere degli eventi
storici; politicamente parlando, come soluzione a tutto questo, si è parlato
per decenni solo di federalismo, attuandolo in maniera incompleta, ciò ha
aggravato ulteriormente la situazione, come risultato abbiamo disunito ancora di
più il Paese. Pertanto, la politica che ci ha governato nell’ultimo trentennio,
ha fatto si che il nostro paese fosse declassato giustamente da chi è tenuto a
valutare l’affidabilità, e sottoposto a severi giudizi di inaffidabilità
mettendo a serio rischio gli impegni nazionali e internazionali, che tutt’ora
comportano una serie di rischi che preoccupano e generano sofferenza ai più deboli. Abbiamo sprecato ingenti risorse
economiche in ammortizzatori sociali che hanno ulteriormente indebolito il
sistema paese, per tutelare le industrie manifatturiere che non avevano nessuna
possibilità di competere con gli analoghi prodotti provenienti da economie che
producevano a minor costo. Solo oggi ci accorgiamo di non aver fatto nulla per
tutelare il lavoro e la produttività proveniente dalle ricchezze territoriali
primarie inimitabili, sottovalutando il potenziale di sviluppo di un sud
martoriato dalle speculazioni illegali territoriali. Ricordo come se fosse oggi, quando il Presidente Giorgio Napolitano nel suo discorso di fine anno 2013, denuncia l'incapacità che ha il sistema Italia a spendere i fondi strutturali europei in maniera che questi diventino una risorsa importante per i territori. In verità il Presidente parla di fondi che rischiano di ritornare indietro se non verranno spesi. Sono anni che rivendico il principio della pianificazione strutturale del territorio, in grado di produrre bandi regionali utili al controllo e allo sviluppo dell'economia reale dei territori. Purtroppo abbiamo a che fare con l'incompetenza, l'ignoranza e la corruzione; si preferisce spendere in fretta e furia senza una adeguata programmazione a monte, in questo modo la stragrande maggioranza dei fondi, quelli che si riescono a spendere, viene sprecata in scarsa produttività.
Egregio Presidente,
la nazione soffre di una serie di
conflitti politici, economici e sociali, tutti riconducibili ad uno scarso
livello di qualità della vita del cittadino e dell’ambiente in cui si realizza
la sua esistenza, il che produce problemi di scarsa competitività dannosi per i
fondamentali settori produttivi del nostro paese. In verità l’Italia con i suoi
sottoproblemi territoriali e sociali, rappresenta una particolare esperienze
umana, contestualizzabile all’interno di un quadro ideologico mondiale non più
adatto a garantire alle future generazioni pace e prosperità, parliamo di
problemi che affliggono l’intera umanità, di una parte rispetto all’altra, un
fenomeno che è sotto gli occhi di tutti, e per il sistema culturale mondo, civilizzato,
non può più essere sottovalutato. Il troppo consumismo, la superficialità umana
e il liberismo che predica l’assenza di regole condivise, che permette a tutti
indistintamente di crescere economicamente contro ogni etica, legge democratica
e forma di buona convivenza civile, distruggendo gli equilibri naturali propri
dell’uomo e dell’ambiente in cui si realizza la sua sana esistenza, hanno per
troppo tempo imperato guidando un tipo sviluppo che tende a generare enormi
squilibri tra le persone, generando conflitti sociali strutturali.
Miei cari concittadini , Gentile Presidente
Ogni uomo ha il diritto di
crescere per sé e per il bene di tutti. Questa crisi! Che io chiamo crisi dell’11 dicembre 2001, che
corrisponde con l’entrata della Cina nel WTO, da cui discendono le speculazioni
finanziarie, i crack finanziari angloamericani e i problemi di liquidità, deve
insegnarci che non è possibile affrontare problemi epocali come questi, con
strumenti classici ordinari. Qualcosa si è fatto, nella direzione giusta, ma
dobbiamo osare di più, se vogliamo una crescita culturale, quindi politica, economica
e sociale, duratura. Ciò non può prescindere dalla stabilità economica in
occidente tra domanda e offerta, che va concordata e pianificata con cura,
attraverso nuovi strumenti ideologici e accordi multilaterali, capaci di
programmare una crescita più equa e giusta per tutta la specie umana. Abbiamo
bisogno di maggiore solidarietà e partecipazione sociale del capitale, che deve
essere libero, ma sottomesso all’ideologia politica della qualità della vita. Perciò
abbiamo bisogno di meno conflitti sociali, meno guerre, più cooperazione e più
integrazione commerciale, quindi più pace e prosperità. Oggi abbiamo uno
strumento ideologico straordinario per l’integrazione mondiale di qualità,
oggi, abbiamo l’ideologia della qualità della vita.
Gentili signori,Egregio Presidente
dopo aver riflettuto a lungo su
questi temi ho ritenuto fornire una soluzione a questo insopportabile degrado
culturale, che alimenta conflitti inutili, insiti nella natura umana, che a mio
avviso, va guidata con modelli di sintesi ideologica più appropriati. Ciò si
risolve nell’individuazione di una serie di principi necessari, che permettono,
oggi, la definizione di una nuova ideologia più adatta al senso civico moderno della nobile essenza umana. Essa consiste in un normale superamento dell’esistente,
attraverso una sintesi naturale delle ideologie che abbiamo conosciuto ( e mi
riferisco al liberismo, al comunismo e allo statalismo), strutture idealistiche
contrapposte e conflittuali, che ci hanno portato a sottovalutare il concetto
di dignità umana e la concezione dei diritti umani, ognuna nelle sue singolari
manifestazioni, di fatto individualmente imperfette, perché in primis sono
state causa di conflitti sociali, producendo contrasti tra una parte rispetto
all’altra. Pertanto, tale situazione deve essere superata per il bene
dell’umanità, il conflitto Destra/Fascisti=Sinistra/Comunista deve cessare.
Tale superamento si chiama ideologia della qualità della vita.
L’ideologia della qualità della
vita è una nuova disciplina scientifica, nonché culturale, quindi
politica-economica-sociale. Essa si propone di studiare le dinamiche dello
sviluppo della società umana nel rispetto degli ecosistemi necessari al
benessere dell’uomo. Essa opera attraverso strumenti etici e scientifici,
inoltre fa uso di pianificazioni accurate per lo sviluppo e il controllo dei
fondamentali settori produttivi territoriali, con l’ausilio di tecnologiche
informatiche di straordinario valore per la condivisione di dati, per lo studio
e l’implementazione della sostenibilità o equilibrio dei sistemi (produttivi, politici,
economici, sociali, scientifici, culturali ecc.); a tal fine ho creato un
progetto che interessa l’uomo di ogni età, razza e religione; un progetto
dinamico di continuo superamento che appartiene all’uomo e ad ogni altra specie
vivente, dalle quali dipendiamo.
Senza intaccare le naturali
differenze culturali attualmente esistenti nel mondo, che sono senza alcun
dubbio un bene, quando non limitano le libertà delle persone e i diritti
fondamentali propri dell’uomo. Si tratta di una trasformazione epocale del
nostro modo di cooperare e di agire, che nasce e discende dalla vita reale di
un uomo, che ha incarnato il cambiamento, per mostrarlo a tutta l’umanità,
affinché essa sia più coesa e territorialmente più connessa con lo scopo di
migliorare la qualità della vita del gruppo umano, inteso come specie e non
come singolo gruppo Stato o Regione, che agisce per i soli interessi di parte
egoisticamente o secondo la legge del più forte. Lo scopo è la competizione
leale, trasparente con regole condivise a livello mondiale, sottomesse
all’ideologia della qualità della vita.
Miei cari concittadini,Egregio Presidente
Questo discorso è un’impalcatura
concettuale applicabile a qualsivoglia territorio, in grado di fornire concretamente
favorevoli condizioni di vita per tutta l’umanità. Questa nuova sensibilità di
cui noi italiani dovremmo essere portatori nel mondo, per ragioni storiche,
culturali e paesaggistiche, ci aiuterà ad essere più competitivi, un valido
strumento per affrontare i problemi relativi al declassamento, dalla scarsa
fiducia che ha il potere politico, alla mediocre efficienza dell’intero sistema
economico e istituzionale, dalla scarsa
produttività a qualsiasi livello soprattutto di alcune aree, alla mediocre
capacità di previsione dello Stato ecc. Fenomeni che io, in quanto cittadino
italiano, vedo in ogni sistema ambientale, a partire dalle singole soggettività
umane, che con le molteplici difficoltà, appena menzionate, cercano di portare
avanti i propri impegni di cittadini, genitori e lavoratori. Noi scienziati, intellettuali e uomini di potere possiamo fare molto per sradicare
questo malessere, nonché per snellire e tagliare tutte quelle cose che non
servono al paese, affinché sia più competitivo, ma il tutto deve essere
funzionale ad un progetto, che io chiamo, ideologia della qualità della vita
applicata al territorio italiano. Desidero informarla Signor Presidente che
tutto ciò che ho appena detto, sto cercando di applicarlo anche qui a Napoli,
la nostra amata città, con una serie di progetti strutturali di alto profilo, che spero
vengano accolti positivamente dall’attuale amministrazione comunale. Proprio in
questi giorni, ho cercato un incontro diretto con il Sindaco Luigi de
Magistris, che credo mi verrà concesso al più presto, data l’importanza del
piano progettuale. (Sto ancora aspettando…purtroppo i tempi sono al quanto lenti, per non dire che ci sono seri problemi...di ordine clientelare e conflitti tra fazioni, a mio avviso poco onorevoli.)
Pertanto, chiedo a lei Presidente
Giorgio Napolitano massimo rappresentante dello Stato, nonché primo cittadino,
di accettare la prima proposta storica, degna di questo nome, di cambiamento
della Costituzione italiana, con l’avvio di una nuova consulta popolare
nazionale, preludio alla costituente. Uno strumento per sondare gli umori, la
maturità e gli ideali delle maggiore forze politiche in campo, figlie di questa
crisi.
Propongo
Una nuova Consulta Nazionale, preludio ad una nuova fase Costituente, con l'intento di rinnovare aggiornando il significato di democrazia come casa di tutti gli italiani, atta a rimuovere gli ostacoli che limitano la crescita della qualità della vita dei cittadini. Inoltre, quale futuro, quali le priorità, quale Europa, quale idea di Nazione. Quest'obiettivo può essere perseguito lavorando ai seguenti temi:
A) Preambolo costituente della Costituzione della Repubblica Italiana, che attualmente non esiste.
B) Modifiche ai principi orientatori della Repubblica italiana ampiamente espressi in questa lettera.
C) Modifiche costituzionali, abolizione del bicameralismo perfetto:
Il Progetto è in fase di realizzazione e di approvazione.........
Preambolo della Costituzione italiana
La prima verità assoluta è ovviamente la vita,
la seconda verità è la qualità della vita per sé e per il proprio gruppo di appartenenza
in un determinato ambiente. Tutti gli esseri viventi cercano favorevoli
condizioni di vita per sopravvivere in armonia con la propria volontà e
permettere alla propria specie e gruppo di proliferare. L’umanità ha il dovere
di salvaguardare il diritto all’esistenza delle specie necessarie al benessere
dell’uomo. La qualità della vita interessa agli uomini di qualsiasi età, razza
e religione.
Domenico Esposito
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