Le città migliori - città dove si vive meglio


Maggiori sono i rischi, maggiore deve essere l'attenzione dell'uomo nell'annullarli, facendoli tendere a zero. (Domenico Esposito)




La città migliore è senza alcun dubbio quella che offre le migliori condizioni di vita ai suoi abitanti, parliamo quindi di strumenti pratici e teorici, necessari affinché le nostre attività quotidiane siano rese possibili, salvaguardando quanto più possibile la vita e tutto ciò che è indispensabile per la vita. Prenderemo in esame tre tipologie di agglomerati urbani, uno densamente popolato, uno con una densità minore e l'ultimo più tranquillo. Nel procedere con la nostra valutazione quindi, avremo una relazione tra individuo con una sua capacità di percezione, e  ambiente o paesaggio cittadino, ognuno dei quali ha delle sue peculiarità, vantaggi o svantaggi, che ci portano ad individuare livelli di gradimento diversi, che ripeto, dipendono dal modo di percepire la realtà che ci circonda in base all'esperienza conoscitiva dei nostri sensi. L'abitudine gioca un ruolo fondamentale, ma è sufficientemente dimostrato che la salute e il benessere dipendono da ambienti sani e salubri, con livelli di fattori cancerogeni usuranti bassi. Per studiare la qualità della vita di una qualsiasi città abbiamo la necessità di individuare tre elementi imprescindibili tra loro: numero di abitanti anche di specie diverse, gruppi di appartenenza socio-culturale e, ambienti, anche lavorativi, in cui si realizza l’esistenza dei gruppi.

(Per approfondimenti consulta il libro in formato cartaceo oppure l'E-Book che puoi scaricare direttamente per via web....clicca qui--> Ideologia della qualità della vita) 
Tutti gli esseri viventi cercano favorevoli condizioni di vita per sopravvivere in armonia con la propria volontà e permettere alla propria specie e gruppo di proliferare. All’insieme delle favorevoli condizioni di vita corrisponde il livello di qualità della vita che un territorio è in grado di dare ai suoi abitanti, questo approccio metodologico appartiene all’ideologia della qualità della vita, la scienza che studia le dinamiche dello sviluppo della società umana nel rispetto degli ecosistemi necessari al benessere dell’uomo.
città densamente popolata
con rischi molto elevati
è evidente che in una città densamente popolata come questa si necessita di un maggiore supporto tecnologico e scientifico per abbattere la molteplicità dei rischi potenzialmente presenti. Quindi maggiori servizi di intelligence e pianificazioni accurate per lo sviluppo e il controllo del territorio 
La qualità della vita (che abbrevierò con QDV) dipende da fattori esterni e interni al soggetto che sono in un certo senso tra loro interdipendenti. I fattori esterni al soggetto sono di tipo strutturale: clima, materie prime necessarie alla sopravvivenza e allo sviluppo culturale della specie ecc. I fattori esterni sono pressoché oggettivi, cioè percepibili grosso modo da tutti i membri della specie: essi esistono e la loro percezione, seppur soggetta a interpretazione, può essere condivisa da tutti.
I fattori interni al soggetto sono legati alle caratteristiche genetiche e fisiologiche del soggetto stesso e al suo modo di vivere (ad esempio, prendendo in esame l’esperienza umana dell’età della pietra, per l’uomo, milioni di anni fa, sussistevano esigenze che oggi non abbiamo più). Pertanto i fattori interni al soggetto dipendono anche dall’abitudine, la cosiddetta quotidianità, quindi dalle attività lavorative, dalle conoscenze acquisite, dalle capacità di percepire le cose esterne ecc.
città popolata con rischi elevati 
Fattore esterno è anche, per esempio, il paesaggio di un luogo, in quanto esso comprende – nel caso della specie umana – anche le attività dell’agire e i sedimenti storici di questa azione. Il paesaggio influenza l’individuo, il quale a sua volta interagisce con il paesaggio, quindi vi è una profonda relazione fra questi due elementi. Qualsiasi specie e l’insieme di tutte queste interagiscono con il paesaggio cambiandolo; il paesaggio cambia nel tempo mediante i fattori esterni ed interni. Questo è un processo naturale, ma quando il numero delle specie inizia ad aumentare e alcune di esse abbondano rispetto alle altre sopraggiungono inevitabilmente dei rischi che mettono a repentaglio la sopravvivenza di una o più specie e gli equilibri naturali. Ciò è riscontrato in maniera evidente dall’esperienza umana nel suo divenire storico ed è oggi uno dei problemi principali della società. L’uomo, più di ogni altra specie, è particolarmente attivo nel modificare gli equilibri naturali. Ora, considerando che l’esistenza umana dipende da quella delle altre specie (la cosiddetta catena vivente) e siccome la sopravvivenza di tutte le specie dipende dal paesaggio e dalle favorevoli condizioni di vita da esso concesse, cioè quello che abbiamo indicato come la qualità della vita di un ambiente (o sistema ambientale), allora dobbiamo fare in modo che l’attività umana non sia invasiva e prevaricatrice contro se stessa e verso le altre specie: un problema, questo, che si è venuto ad acutizzare a causa di alcuni eccessi patologici umani, in parte derivanti, dalla non completezza dell’ideologia liberista, la quale, oggi, è l’ideologia che più di altre influenza l’agire umano. Per fare ciò dobbiamo pianificare attentamente lo sviluppo della società umana, promuovendo un nuovo ordine mondiale,
città a bassa densità di popolazione
a basso rischio
basato essenzialmente sulla cooperazione a livello globale, finalizzata alla tutela e allo sviluppo delle risorse produttive locali, pratiche e teoriche, e in ultima analisi alla distribuzione della ricchezza necessaria per garantire ciò che ho precedentemente puntualizzato, nonché benessere, assistenza sanitaria  garantita a tutti, sicurezza e sviluppo, cioè rispetto dei diritti. Oggi questo è possibile grazie agli strumenti tecnologici e informatici che ci permettono di centralizzare enormi quantità di dati ed elaborare dei calcoli complessi, dando inoltre la possibilità di stabilire relazioni informative in tempo reale: una simile velocità non ha precedenti nella storia dell’umanità. Si tratta di auspicare un nuovo ordine mondiale capace di governare la globalizzazione economica, figlia del liberismo senza regole, estremo, che da scarsa importanza all’etica, rispetto alla quale il profitto e la legge del più forte diventano le uniche regole condivise: è evidente che si tratta di un fenomeno patologico che avvantaggia un gruppo rispetto all’altro e che danneggia l’essenza spirituale dell’umanesimo, non solo cristiano, il benessere dei popoli e i rispettivi paesaggi. Questo nuovo ordine mondiale non può fare a meno del nobile concetto di bene e di buono che introduce la globalizzazione della qualità della vita. Ecco allora che diventa evidente la nascita di una nuova ideologia culturale e politica che conserva in sé i migliori contributi di quelle esistenti, superandole, aggiungendo qualcosa che potrà migliorare la vita di ogni cittadino e di tutti i popoli di ogni razza e religione.
ambiente tranquillo con
rischi bassi
(Per approfondimenti consulta il libro in formato cartaceo oppure l'E-Book che puoi scaricare direttamente per via web....clicca qui--> Ideologia della qualità della vita) 

La qualità della vita (o favorevoli condizioni di vita) sta a indicare il “benessere” di uno o più individui non necessariamente della stessa specie di un habitat, ambiente di lavoro, comunità, città o nazione, si tratta quindi di un argomento trasversale perché interessa una varietà di individui di specie diverse e multidisciplinare, in quanto comprende aspetti studiati in varie discipline della conoscenza umana quali la filosofia, l’economia, le scienze politiche, l’urbanistica, la sociologia, la filologia, la fisiologia, la biologia, la geologia, la biologia marina, l’agronomia, la medicina, la fisica, la chimica, la pedagogia, la psicologia, l’ecologia, l’ingegneria, la paesaggistica, la matematica, l’informatica ecc. Quando un ambiente qualsiasi (o città) ha una buona qualità di vita, significa che la maggioranza della sua popolazione può fruire di una serie di vantaggi politici, economici e sociali che le permettono di sviluppare con discreta facilità le proprie potenzialità e condurre una vita relativamente serena, soddisfacente e più consapevole dei fattori di rischio che la società iperconsumistica industrializzata comporta e più in generale dei problemi relativi all’eccessiva esposizione agli agenti cancerogeni e dei cambiamenti climatici. Pertanto il concetto di qualità della vita riguarda non solo l’ambiente umano, ma anche la buona vita di tutti gli ecosistemi necessari alla nostra sopravvivenza. 

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