Qualità della vita Italia

Nei periodi di fasi discendenti dell'economia la qualità della vita media diminuisce e ciò comporta una maggiore insicurezza sul futuro, questo sentimento viene percepito diversamente da individuo a individuo, da Stato a Stato e da territorio a territorio. Nella maggioranza dei casi è un sentimento positivo che aiuta ad essere più bravi e più attenti, insomma più responsabili. In altri casi diventa un disagio vero e proprio a causa della perdita di un posto di lavoro, di una chiusura di una azienda non competitiva, di debiti che non si riescono ad estinguere, di situazioni patologiche e debolezze della persona. Queste fasi, come ogni causa, comporta degli effetti, cioè delle conseguenze che determinano cambiamenti relativi o radicali sui soggetti sottoposti a queste cause. Chiaramente il tessuto sociale di una comunità efficiente che si ritenga civile è in grado di supportare i disagi.
Al contrario nei periodi economici ascendenti il benessere e la qualità della vita tende ad aumentare per tutti, non sempre nelle giuste proporzioni. I consumi e i risparmi aumentano. Ma attenzione! Lavorare bene secondo qualità in questa fase, accrescendo i propri saperi, è di fondamentale importanza per prepararsi alle fasi di decrescita economica, che sono e rimarranno cicliche.... La Produttività basata su conoscenza e virtù, aiuta a prevenire rischi e errori. La Pianificazione efficiente mediante l'ausilio di tecnologia informatica, non va sottovalutata, sia nei periodi di mancanza, sia nei periodi di abbondanza, anche perché essa ci permette di distribuire evitando gli sprechi, attraverso giuste proporzioni, benessere e qualità della vita. Il territorio può essere modificato, ma nel rispetto del paesaggio in senso lato. I cittadini devono essere messi in condizioni di fare, ma non di strafare ai danni della comunità. I processi di produzione intensiva vanno pianificati con cura, per evitare che la cultura di un popolo, cioè il paesaggio, ne possa subire gravi danni permanenti. Per questo motivo i paesi e le periferie delle città, in via di sviluppo, vanno aiutati/e a crescere, utilizzando conoscenze appropriate e progetti di sviluppo precedentemente pianificati! Impedire che speculatori senza scrupoli possano approfittare della  povertà, dell'ignoranza e della mancanza di conoscenza generale di un popolo rispetto alle potenzialità e alle carenze del proprio territorio; maggiori tutele, maggiori controlli, non deve significare minore sviluppo, come accade in quei paesi dove il potere e i benefici di questo si concentrano nelle mani di pochi. La legalità ha un costo e le troppe leggi limitano la crescita, spesso è la causa principale a determinare fenomeni di illegalità, ma è di fondamentale importanza per garantire diritti e un futuro dignitoso alle future generazioni. Ogni territorio, in base alle caratteristiche del paesaggio, deve mirare ad una crescita equilibrata dei fondamentali settori produttivi (Primario, Secondario e Terziario), affinché sia garantita un'adeguata sicurezza e indipendenza, attraverso una costante funzione di controllo, equilibrata, che permetta a tutti adeguate prospettive di crescita.
La Qualità della vita in Italia può migliorare solo se ritorneremo ad investire nell'economia reale e con particolare attenzione al settore primario, purtroppo, molto trascurato negli anni passati. Quando si parla di settore primario ci si riferisce alla qualità della vita dell'habitat marino che per essere produttivo ha bisogno di zone per il ripopolamento, depuratori a norma e maggiore competenza e senso civico di tutte le persone che lo frequentano, producono e consumano. Quando si parla di settore primario ci si riferisce alla qualità della vita dell'ambiente agricolo: terre sane e incontaminate, professionalità e competenza, prodotti di qualità, nonché senso civico dei produttori e consumatori. Tutte queste cose sono strettamente legate allo sviluppo del settore secondario e terziario, turismo e crescita demografica. Tutto questo si realizza con una valida funzione di controllo e di sviluppo pianificata e gestita, insomma governata dal Governo centrale dello Stato, che deve dare indicazioni e prescrizioni precise agli enti locali che non rispettano questi piani strategici generali, quindi maggiore presenza dello Stato e conoscenza del territorio. Voglio dire che un ente locale, se governato da una persona competente, che segue criteri di programmazione territoriale, deve essere sottoposto ad un controllo rigido dagli organi di controllo, solo in questo modo, avremo amministratori più responsabili e attenti. Ovviamente il tutto dovrà rispettare parametri burocratici lineari, che tutti possono capire, non macchinosi e pesanti, quindi maggiore efficienza e coordinazione tra gli apparati statali. Ci sono molti territori con buone potenzialità produttive, che con qualche aiuto di carattere strutturale (macchinari, attrezzature e competenze)  da parte dello Stato, potrebbero consolidare definitivamente la vocazione della zona a produzione di qualità, garantendo sicurezza alle future generazioni che vivono in quel territorio. A questo proposito, i cittadini hanno bisogno di maggiore garanzie e assistenze, in termini di servizi; quindi le persone non devono sentirsi emarginate e abbandonate dallo Stato. Abbiamo bisogno di una rete di servizi che abbia lo scopo di avvicinare i produttori, spesso isolati soprattutto al Sud Italia, alle leggi e alle competenze scientifiche delle università, in modo da creare una rete progettuale al servizio delle nuove generazioni, che intendono innovare essendo più produttivi, puntando sulla qualità.

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APPROFONDIMENTI UTILI:
Il paesaggio è la qualità della vita, cioè l'insieme delle opportunità che un territorio è in grado di dare ai suoi abitanti, esso determina le condizioni favorevoli per la vita e il benessere di tutti noi, quindi costituisce, se salvaguardato, governato e pianificato in modo corretto, una funzione di interesse economico di non trascurabile importanza sociale. Il paesaggio italiano è stato per molti secoli il centro storico (inteso come il luogo dove si sono sedimentate eccezionali prove culturali dell’attività umana) più importante e potente della cultura umana, reso possibile dall’incontro e dalla sintesi di molteplici esperienze culturali provenienti da tutto il mondo. Pertanto l’Italia avendo un paesaggio più ricco e completo ha più opportunità potenziali, quindi esso dovrebbe essere coltivato sia dal punto di vista materiale che ideale; nella pratica, invece, ciò è ostacolato dai problemi di carattere strutturale riconducibili tutti a un mediocre livello di qualità della vita del sistema Italia, il quale produce: conflittualità, scarse competenze, corruzione, poca trasparenza e, così via.  
Gli italiani migliori sono quelli che hanno la consapevolezza dei punti di forza dell'Italia e che contribuiscono a rafforzarli e a tutelarli per il bene di tutti, mi riferisco all'arte culinaria e alla cucina italiana ecc.ecc. Mi piacciono molto quegli italiani che promuovono l'italianità in Italia e in tutto il mondo, in particolar modo mi piacciono quegli italiani come la cantante Gianna Nannini che investe parte del suo capitale nella produzione di vino di qualità in Toscana incentivando l'occupazione ecc. Mi piacciono molto quelli che investono nell'energia solare e nelle tecnologie informatiche ecc. Mi piacciono quelli che investono al Sud Italia ecc. Mi piace la manifattura italiana e le capacità intellettuali artigiane ecc. Mi piacciono quelli che sanno utilizzare i saperi antichi e le preziose conoscenze accademiche ecc. Mi piacciono quelli che amano i trasporti efficienti ecc. Mi piacciono quelli che amano una sanità efficiente che faccia spostare meno possibile gli ammalati da un luogo ad un altro, che non sprechi e sia precisa nei pagamenti ecc. Mi piacciono quelli che amano una Giustizia efficiente ecc. Mi piacciono i lavori socialmente utili (idraulico, operatore ecologico, elettricista, meccanico ecc). Insomma mi piace la filosofia della qualità della vita con tutti i suoi molteplici aspetti e la funzione nobile delle cose... Mi piacciono meno quelli che investono i loro capitali esclusivamente in finanza, i furbi e quelli poco coraggiosi ecc.ecc. Non mi piacciono i politici mediocri espressione di questa orrenda partitocrazia ecc. Mi piacciono i politici illuminati e i tecnici di vecchio stampo, competenti, seri e scrupolosi, ai quali dico:
I Politici difendano la vita, la famiglia naturale o matrimonio e la qualità della vita.
Operino per l'efficienza del Sistema Stato.
In questo modo garantiremo alle future generazioni una società forte e sana e posti di lavoro duraturi e sicuri.


Errori ed orrori della Partitocrazia italiana!
Il ritorno Di Berlusconi in politica è un deterrente all'astensionismo. Conviene a tutti i partiti, persino al PD! Le analisi statistiche dimostrano che il fenomeno dell'astensionismo è andato crescendo in Italia a partire dagli anni '70 quando con la "questione morale" messa in luce nel 1977 da Enrico Berlinguer, segretario del Partito Comunista Italiano, si cominciò a denunciare la corruzione dei partiti politici.
Oggi siamo qui a denunciare le stesse cose, ma da una prospettiva diversa per tante ragioni. Trovo assolutamente immorale questo modo di procedere che ha la democrazia italiana, che questa classe politica continui a presentarsi e a riproporsi secondo schemi e ideologie ormai superate e non più adatte ad affrontare i seri problemi strutturali italiani che, a mio avviso, sono legati tutti al moderno concetto di qualità della vita di Domenico Esposito.
La corruzione dei partiti è strutturale, e il mal costume è diventato un problema culturale in Italia, che va sradicato con leggi che sostituiscano ciò che è attualmente legale con ciò che deve diventare illegale, equiparando l’Italia al resto d’Europa, garantendo le adeguate risorse economiche ed umane per la crescita e lo sviluppo dell’economia italiana e del benessere di tutti gli italiani. Ricordo che questi signori, gli attori della politica della politica italiana, attualmente presenti in parlamento e che si presenteranno alle prossime elezioni, hanno lavorato disunendo gli italiani, a mio avviso sbagliando, per realizzare cose incomplete frammentando il sistema Paese e senza garantire un’adeguata funzione di controllo, mi riferisco al regionalismo e in ultima analisi, al federalismo fiscale e al concetto di autonomia locale. Questi provvedimenti legislativi hanno interessato modifiche importanti del dettato Costituzionale, la cosiddetta 1° legge dello Stato, e furono propinati come le uniche soluzioni possibili per affrontare problemi come: la corruzione, le clientele, la questione meridionale, la deturpazione ambientale, la competitività del sistema Paese, l'inefficienza produttiva, lo scarso livello di qualità della vita generale ecc. ecc. Oggi, con la crisi e la stagnazione i nodi vengono al pettine, hanno sprecato e sbagliato in momenti dove bisognava mettere in sicurezza il Paese rendendolo più competitivo in un mercato globale dove l'Italia può competere solo con l'innovazione e l'efficienza, con il risultato che quei problemi sopra menzionati si sono acutizzati, tutt’ora persistono e sono la causa della sofferenza degli italiani e della progressiva diminuzione della qualità della vita nel nostro Paese; il Governo Monti è nato per affrontare l'emergenza, l'Italia era sotto attacco dagli speculatori e la scarsa credibilità del sistema era diventato un fattore di rischio notevole, il cosiddetto rischio default dell'Italia e la crisi di liquidità del sistema, questo Governo ha fatto grosso modo quello che avrebbero dovuto fare i governi precedenti entrando nel cuore dei problemi. La credibilità e la strategia di Monti fondata sulla competenza e la concretezza è stata capita fuori dall'Italia e dalla maggioranza degli italiani, che a denti stretti e con la schiena dritta stanno cercando di resistere a questo momento di recessione dell'economia italiana improvvisa, causata dai drastici interventi di questo governo, che purtroppo sono stati inevitabili affinché l'Italia rispettasse i suoi impegni, che a mio avviso sono sacrosanti quando sono buoni e giusti. Il problema del circolo vizioso dello spread, la crisi dei debiti sovrani è stato arginato, la BCE ha giocato un ruolo importante in questo, Mario Draghi è stato saggio e le sue scelte di buon senso sono state capite da tutti, ora però bisogna mettere mano ai problemi reali del nostro sistema Paese, dobbiamo pensare alla crescita del PIL. Dobbiamo pensare alla cosiddetta economia reale e alla crescita economica, minimizzando i costi improduttivi per massimizzare il beneficio della crescita della qualità della vita dei territori. Mario Monti, da tecnico economista, mette l'accento sullo strumento delle tasse e sull'evasione fiscale e fa bene, non pagare le tasse è incivile, ma se lo Stato italiano utilizzasse queste risorse in maniera scrupolosa per realizzare la qualità della vita degli italiani, sono sicuro che gli italiani sarebbero più felici e più civili. Io, da tecnico uomo di natura, desidero mettere l'accento su un discorso più ampio, un progetto filosofico-politico-culturale che mette al centro l'uomo e la sua qualità della vita, che ovviamente dipende dal gruppo di appartenenza e dal paesaggio, che a mio giudizio sono la stessa cosa nel senso che il paesaggio permette l'esistenza e la qualità di questa. Purtroppo il paesaggio italiano viene governato da persone incompetenti e mediocri, non lungimiranti.
Questa classe dirigente ha pensato ai propri affari e al proprio benessere, sono stati incapaci di prevedere le conseguenze delle proprie scelte etiche e politiche. Pertanto, la qualità della loro azione politica è stata mediocre, questo è ciò che potrebbe pensare qualsiasi persona con un minimo di intelligenza. Queste cose che dico adesso sono state dette e ridette in passato, anche da me medesimo e da tutti gli italiani onesti, dalla società civile, dagli esperti e da tutte le persone sane di mente presenti in Italia e in Europa.
Lo Stato italiano, oggi, va modernizzato e alleggerito, meno persone inefficienti e più tecnologia informatica che permette di creare efficienza, sfruttando a pieno la funzione di controllo e la funzione di sviluppo. Queste due funzioni vanno rafforzate e potenziate secondo il criterio dell’ideologia della qualità della vita. Qualche mese fa fui invitato a partecipare ad un convegno in parlamento voluto dal Ministro dello Sviluppo Passera, il quale e con mio piacere, sta utilizzando gli strumenti e i principi della citata ideologia applicata  all’Italia. Ebbene, le due principali funzioni (di controllo e di sviluppo) di un qualsiasi Stato devono interessare sia i bilanci e sia la produttività dei fondamentali settori produttivi (primario, secondario e terziario)  dei singoli territori o enti locali.


Cari amici mi farebbe molto piacere se mi deste una mano a far crescere questa pagina che segue invitando i vostri amici a mettere Mi piace. Grazie! https://www.facebook.com/QualitaDellaVita
osservazione, ritengo sia utile al lettore per capire il percorso storico degli eventi:

La pubblicazione di ciò che segue risale al 2010, lo ha ricevuto per via e-mail il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il Presidente del Governo in carica Mario Monti, il Sindaco di Napoli, il Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro e molti altri assessori di Napoli e della Campania, e poi....intellettuali, filosofi, la società civile, amici; inoltre è stato sapientemente diffuso nei social network quali Facebook, twitter ecc...nei quali ambienti è stato un po depredato, copiato per favorire gli interessi di qualcuno che lo ha trovato interessante.
L'importante contributo di questo progetto è stato quello di mettere l'accento, introducendo sia negli ambienti istituzionali che in quelli popolari, argomenti poco considerati dalle precedenti amministrazioni locali e nazionali, temi, alcuni dei quali aspettano ancora una risposta.


PROPONGO

Con l'ideologia della qualità della vita, propongo un percorso di crescita dell'intero sistema Paese con un progetto unitario e all'avanguardia; una scelta obbligata se vogliamo acquisire nuove quote di mercato, nell'era della globalizzazione e della competizione selvaggia.
Si tratta di una vera e propria rivoluzione nell'era della potente tecnologia informatica puntando su accurate pianificazioni centralizzate per il controllo e lo sviluppo di tutto il territorio nazionale e non come vorrebbero alcuni, favorendo esclusivamente il Nord, secondo una logica di potere, definita dal sottoscritto, logica  cavuriana.
In un Paese moderno i flussi di persone, di cose e di capitali si spostano da un luogo ad un'altro in maniera efficiente alla ricerca di una vita migliore e con maggior profitto sfruttando al massimo le potenzialità di ogni singolo territorio.
L'Italia possiede un patrimonio paesaggistico, quindi culturale unico al mondo, da Sud a Nord e viceversa, purtroppo ancora poco valorizzato a causa della scarsa qualità dell'azione politica dei partiti che ci hanno governato negli ultimi decenni.
Il mio programma politico rappresenta un netto cambiamento rispetto alle strategie politiche attuate in passato.
Pertanto maggiori opportunità per il Sud Italia; la porta del Mediterraneo...
Mettere in sicurezza il territorio italiano significa trovare la formula più efficiente, concreta ed utile a tutti gli italiani, puntando ad un Europa più coesa e meno vulnerabile. Rafforzando la cooperazione culturale e commerciale con gli Stati Uniti d'America e i Paesi asiatici emergenti...
Ciò potrebbe realizzarsi, favorendo il vero progresso della società umana, in un contesto mondiale meno conflittuale, aprendo così, le porte ad una nuova era fondata sulla pace e la prosperità mondiale, più rispettosa dei diritti umani e dell'ambiente in cui si realizza l'esistenza umana.




  


Domenico Esposito

Teoria
sulla
qualità della vita

Un nuovo sistema mondiale applicato all’Italia


Una teoria è un insieme di idee coerenti o principi
atti a  determinare un concetto
o definire una disciplina filosofica o scientifica



Uno Stato è tanto più perfetto quanti più conflitti esso è in grado di risolvere tra i cittadini e gli apparati costituzionali.

Il testo che segue è stato ideato con lo scopo di delineare da un punto di vista concettuale i temi che considero “essenziali” per rendere moderno un qualsiasi Paese. In particolare ho scelto l’Italia e Napoli come applicazioni pratiche della teoria semplicemente perché ci vivo, quindi sono due realtà territoriali che conosco bene. L’Italia è un Paese occidentale con una storia millenaria, che essendo dotato di un’importante costituzione democratica, si è prestato molto bene al fine che mi ero proposto; per quanto riguarda la città di Napoli, famosa per tante cose belle e nobili devo dire che è stata un riscontro ideale per le finalità che mi ero preposto. Il modello-Italia come paese democratico con i suoi sottoproblemi territoriali può essere di stimolo a quanti sono più avanzati di noi in termini di efficienza della macchina statale e a quanti, purtroppo, sono più indietro dal punto di vista democratico, nonché in termini di “sviluppo ecosostenibile” e di "vivibilità" ecc..
Da diversi anni approfondisco il concetto di qualità della vita, da dieci anni a questa parte ne sento parlare, ma non ho mai avuto la possibilità di percepirla come una vera ideologia politica, al servizio del bene comune, nonché al servizio del benessere umano: lo scopo principale di questo lavoro è il tentativo di rendere il concetto di qualità della vita uno strumento culturale, nonché politico indispensabile a livello internazionale. Per tale ambizioso fine ritengo che sia di fondamentale importanza oggi, nell’era della globalizzazione selvaggia, dove esiste tutto e il contrario di tutto in termini di “diritti umani”, concentrare l’attenzione su concetti che hanno lo scopo di pianificare uno sviluppo più equo della società umana, basato sostanzialmente sull’interazione culturale anziché sullo scontro come oggi spesso e purtroppo accade. Crescita economica salvaguardando i molteplici ecosistemi terrestri tutelando le molteplici tradizioni culturali esistenti è un compito che l’essere umano deve affrontare con molta serietà. L’interesse soggettivo degli Stati procura benessere alla comunità  globale, solo se esistono degli obbiettivi comunitari fondati sull’interesse generale, ebbene; l’ideologia della qualità della vita vuole assumere questo ruolo di guida, ma a piccoli passi, partendo proprio dalle singole applicazioni territoriali e questo e ciò che tenterò di fare in questo Bolg parlando dell’Italia e dei suoi sottoproblemi. Iniziamo col dire che l’ordinamento federale che si sta dando l’Italia a colpi di maggioranza è sbagliato, a mio avviso; e come se il progetto Italia Unita abbia avuto una battuta d’arresto per l’incapacità di alcune persone. Ovviamente sarà mio dovere parlare di queste persone in questo libro. Ma iniziamo ora dicendo che l’Italia ha una alternativa, e questa è una nuova generazione che ha l’interesse a mettere fine agli schemi ideologici contrapposti (Destra/Sinistra) ereditati dal passato, la quale vuole ridare nuovo valore all’identità culturale di unità nazionale, attraverso un concetto trasversale come è l’idea della qualità della vita che, a mio avviso, semplifica e risolve in maniera esaustiva il problema dello scontro ideologico (destra-fascisti, sinistra-comunisti) della politica italiana, ponendo in primo piano il benessere di tutti i cittadini e dell’ambiente in cui vivono, nonché mettendo da parte vecchie ideologie politiche, causa di discordia e inutili contrapposizioni sociali.

Prefazione al Blog
La qualità della vita incarna un progetto concreto per qualsiasi territorio, ed è insieme un metro di misura che applicato all’Italia e non solo permette di fare delle analisi interessanti riguardo al presente, al passato e anche al paesaggio che, come vedremo scorrendo le pagine di questo Blog, rappresenta uno degli indicatori per eccellenza per valutare la ricchezza in senso lato di un territorio.
Il mio pensiero presenta alcuni concetti concreti la cui applicazione può, a mio giudizio, migliorare un qualsiasi sistema culturale, in quanto si tratta di idee generali applicabili a qualsivoglia Paese: indagherò quei tratti della psicologia umana che generano comportamenti deleteri per lo sviluppo culturale di un paese e illustrerò il mio concetto di qualità della vita. Cercherò di mettere in evidenza il fallimento della politica italiana nella realizzazione del bene comune; inoltre proporrò una serie di strumenti per contrastare le cause che stanno, a mio avviso, minando l’idea nobile che è a fondamento dell’Unità d’Italia. Parlerò di Napoli, un tempo capitale del regno, per mostrare come si può realizzare praticamente la qualità della vita in un territorio, elencando uno per uno quei fattori che ne determinano il deterioramento. Descriverò in maniera costruttiva una serie di interventi strutturali e innovativi per rendere il “prodotto Napoli” più attraente. La preferenza per Napoli rispetto ad altre città è dovuta a diversi motivi, anche storici, ma soprattutto al fatto che la conosco bene, ed è anche per questa ragione che mi sono permesso, nella parte dedicata alla qualità della vita Napoli, di aggiungere una meritata risposta alla lettera che il sindaco Rosa Russo Iervolino scrisse alla cittadinanza l’11 gennaio 2009 (l’esigenza di questa risposta è stata dettata anche da ragioni metodologiche e credo possa essere apprezzata pure dalla diretta interessata, in quanto persona intelligente, nonché abile animale politico, nonché dal nuovo Sindaco Luigi de Magistris). Il concetto di qualità della vita, così come è stato inteso ed elaborato da me, necessita dell’azione attiva degli uomini che lo costruiscono quotidianamente. In particolar modo è mia personale convinzione che la coscienza attiva dei politici e della classe dirigente di un territorio sia determinante per la realizzazione di un tale progetto: è ciò che chiamo funzione nobile della politica, il cui compito di guidare un popolo verso la qualità della vita. Descriverò l'azione politica dei Governi precedenti al Governo Monti, sia a livello locale che nazionale, e metterò in evidenza come quest'ultimo abbia utilizzato alcune proposte del presente lavoro. 
Inoltre darò una lettura del termine, ormai di uso comune, “globalizzazione” e tenterò di dimostrare come il concetto di qualità della vita possieda in quest’ottica una completezza maggiore rispetto ad altri di pur ampio respiro, come quello dei “diritti umani”. Tutte le parti che compongono questo lavoro hanno un importante legame tra di loro: l’intento è quello di delineare una nuova sensibilità legata all’ideologia della qualità della vita che da un piano locale si sposti, allargandosi, a un piano sempre più ampio fino ad arrivare a quello mondiale; naturalmente  questo percorso permette a un qualsiasi lettore di rileggere a ritroso il testo, cioè partendo da un piano globale fino ad arrivare al piano locale a cui appartiene.
Scopo del presente lavoro è anche quello di aprire un nuovo dibattito a livello mondiale sui vantaggi che una nuova strategia, basata sul confronto culturale, può dare per la risoluzione dei conflitti ideologico-culturali nel Mediterraneo. A questo fine l’Italia non può che rivestire un ruolo di non trascurabile importanza, in quanto è un Paese democraticamente affidabile e ha il vantaggio di essere geograficamente privilegiata. Secondo questa prospettiva l’Italia può attuare due tipi di strategie vincenti per lo sviluppo della sua economia su scala nazionale, da un lato un Nord più competitivo con il resto dell’Europa (una strategia che io chiamo logica  cavouriana) e dall’altro un Sud più vivibile, sicuro e affidabile per lo sviluppo del commercio nel Mediterraneo (una strategia che io chiamo logica della pax romana), con l’obiettivo di sfruttare al massimo le esigenze che hanno i Paesi asiatici emergenti di gestire, di migliorare e di aprire nuove rotte commerciali attraverso l’Italia e il Mediterraneo verso il mondo intero.




La qualità della politica italiana
Un prodotto è di qualità quando non nuoce alla salute di chi lo vive e lo consuma e ha rispetto dei diritti di chi lo vive e lo produce.

Vorrei far notare che l’idea di qualità della vita che intendo esporre in questo Blog assume un significato filosoficamente più articolato e profondo di quanto siamo abituati ad attribuire a questa espressione. Io parlo di una nuova ideologia politica e culturale, una dottrina al servizio del benessere dell'uomo che dipende ovviamente dallo stato di benessere della catena vivente!!!

Secondo il significato di uso comune dell’espressione qualità della vita da noi tutti pressoché conosciuto l’Italia è un Paese diviso in due blocchi: Centro-Nord da un lato, con un livello più alto di qualità della vita, e Centro-Sud dall’altro con un livello più scarso. Questa mappa statistica denuncia l’esistenza di una disparità sociale e di una inadeguata distribuzione del benessere del sistema Italia, e ciò risulta pienamente in contrasto con la, seppur giovane, costituzione italiana. Esistono tanti studi su questo argomento; il Dossier sull’Italia realizzato dal Sole 24 Ore è il più recente: da oltre 15 anni misura la vivibilità delle 103 province italiane e delle regioni attraverso una serie di dati statistici elaborati in 36 classifiche. Dal reddito all’occupazione, dalla natalità alla sanità, dai reati alle opportunità per il tempo libero. Il ritratto dell’Italia secondo questo dossier conferma ulteriormente l’esistenza di due grandi blocchi, Nord e Sud, caratterizzati da una forte disparità in termini di qualità della vita. Il giornale New York Times per le celebrazioni del 150 esimo anniversario dell'unità d'Italia riporta: nonostante oggi si celebri il 150/o anniversario dell'unità della Nazione, l'Italia resta ''un Paese più diviso che mai, politicamente. geograficamente ed economicamente”. La cosa interessante è che tutte le maggiori agenzie di statistica che propongono graduatorie di questo genere concordano con gli stessi risultati. Questo dimostra che apparati dello Stato italiano, e in particolare gli enti locali e i cittadini che li hanno costituito, quei soldi che hanno ricevuto per diritto non li hanno spesi secondo dovere. Ma ciò dimostra anche, che lo Stato italiano è imperfetto, in quanto non è stato in grado di prevedere ciò che stava accadendo. La funzione di controllo è di fondamentale importanza per un paese. Sapere come vengono spesi i soldi pubblici è di estrema importanza in un paese che vuole crescere economicamente. Se il problema è la trasparenza, lo Stato italiano deve trovare gli strumenti adatti per affrontarlo. Se il problema è  il commissariamento che è uno strumento legislativo utile al servizio dei governi, per quale motivo non viene utilizzato? Forse perché il sistema clientelare italiano, le corruttele e le cosiddette cricche hanno un radicamento profondo in tutto il sistema partitico italiano?

Questa fotografia individua un’Italia divisa in due e ciò dimostra che la questione meridionale è, a 150 anni dall’Unità d’Italia, un problema attuale, che noi tutti abbiamo il dovere di affrontare costruttivamente per il bene delle future generazioni. Questo a mio avviso denuncia l’inefficacia delle politiche territoriali messe in atto dai governi centrali per la realizzazione della funzione nobile della Costituzione italiana.



Alcuni principi fondamentali della Costituzione italiana

Solo una costituzione non del tutto perfetta può permettere l’esistenza di politici mediocri oppure
l’elezione di politici che hanno evidenti conflitti con il potere giudiziario ed economico


È interessante rendersi conto di come ogni articolo della Costituzione italiana sia stato creato secondo un principio legato alla qualità della vita ed è altrettanto interessante presupporre una rivisitazione della stessa in virtù dello stesso:
Articolo 1. L’Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della costituzione.

Articolo 2. La repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Articolo 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese” e così via…
In Italia esistono ancora molte zone dove questi principi vengono normalmente violati, non applicati e ignorati per motivi patologici.
Il degrado culturale di alcuni territori italiani evidenzia il declino della politica italiana, la quale è incapace di progettare una pianificazione moderna che coinvolga tutto il territorio italiano in maniera egualitaria e, in questo modo, mostra chiaramente il fallimento delle politiche dei governi centrali che si sono progressivamente succeduti nel tempo.

In questi territori non esiste più rispetto né educazione, esiste la legge del più forte. In questi territori si sprecano ingenti risorse per arricchire pochi individui, si lavora con poco impegno alla qualità della vita e ciò sarà messo particolarmente in evidenza quando parlerò della qualità della vita applicata alla città di Napoli, un aspetto purtroppo che accomuna tutto il Sud. Il potere si accentra nelle mani di pochi. La gente onesta è rassegnata avvertendo l’impossibilità di vedere affermato un modello costruttivo innovativo e moderno. La cosa più preoccupante è che il parlamento italiano sta diventando un luogo litigioso privo di onestà, troppo fazioso, aumentano i faccendieri e le persone senza scrupoli carenti di idee ambiziose. Non si ambisce più alla rappresentanza parlamentare per fare “alta politica” al servizio del Paese, ma si utilizza il parlamento per adagiarsi pensando ad altro o altre attività favorendo “tizio” rispetto a “caio”. Il Mezzogiorno non ha più una rappresentanza adeguata all’interno del parlamento: lo sviluppo del Sud è affidato a logiche di potere lontane dalla qualità della vita del territorio e dei suoi abitanti. Lo Stato italiano assiste inerte? Cosa sta facendo? Sono sufficienti le misure politiche che sta attuando per contrastare questa preoccupante deriva? La logica di potere che caratterizza l’asse Bersani-Bossi-Berlusconi è una logica valida? Si potrebbe fare di più per coinvolgere il Mezzogiorno d’Italia, dandogli una funzione più costruttiva per sé e per il sistema Italia? La lega di Bossi con Berlusconi ha governato l’Italia per tanti anni, come mai solo oggi si parla di un Piano per il Sud? Come mai si è pensato prima al federalismo e ai suoi decreti attuativi e poi ad un Piano per il Sud?  Un energico Piano per il Sud sarebbe un buon modo per riequilibrare la situazione e magari un modo per rimediare agli errori che lo Stato italiano ha commesso nei confronti degli abitanti del Sud Italia? Gli strumenti che caratterizzano l’ideologia della qualità della vita, prima evidenziati rappresentano un valido Piano anche per il Sud Italia? Perché lo Stato italiano permette queste forme di ingiustizia? A tutte queste domande c’è una possibile risposta. Ma quello che deve veramente contare in questa particolare fase storica, a mio giudizio, è l’affermazione della migliore logica di potere per l’Italia e per gli interessi di tutti gli italiani. Con la crisi economica e l'entrata in scena del Governo Monti voluto dal Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, questo scenario è cambiato radicalmente nel giro di poco tempo; ciò che resta sono i partiti responsabili del degrado sopra annunciato! Una cosa deve far riflettere...non trovate?



Che cosa deve significare la parola Stato

Si parla tanto di infrastrutture, ebbene, la qualità della vita è un’infrastruttura idealistica che permetterà all’Italia di essere più competitiva e più coesa

 Premettiamo che lo Stato italiano è rappresentato da istituzioni: il cittadino, il sindaco, il presidente di regione, presidente del consiglio e così via; queste istituzioni, ognuna con il suo grado di importanza, sono deputate a tracciare e controllare le politiche di sviluppo e di controllo dei rispettivi territori di competenza.
Gli enti locali sono apparati dello Stato, se questi sono inefficienti la responsabilità è dello Stato centrale, in quanto non applica sufficienti controlli e gli strumenti legislativi appositamente creati per punire chi sbaglia. Qualora dovesse venire a mancare l’efficienza, anche di uno solo di questi apparati, allora le responsabilità ricadrebbero sullo Stato centrale che perderebbe di credibilità, in quanto garante di tutti e soprattutto garante di tutti quei settori strategici che riguardano il territorio italiano. Non esiste uno sistema politico perfetto, ma uno Stato moderno ha il dovere di migliorarsi nel tempo sfruttando i contributi positivi dei suoi cittadini, in parte prodotto della sua stessa “essenza”.
La classe dirigente meridionale continua a sperperare capitali per ottenere consenso elettorale: è la famosa politica clientelare di quest’ultimo quarantennio, una strategia perversa che sancisce il declino della politica e che continua ad avvantaggiare gli interessi del Nord, che a sua volta risponde con una politica clientelare diversa: interesse ad acquisire maggiore potere decisionale, maggiori opportunità a qualsiasi livello, ed una aspra propaganda politica contro il popolo italiano che vive nel Sud Italia con il rischio di dividere la coscienza civile che sta a fondamento dell’Italia unita. (Nota bene: le pressioni di Monti sulle dimissioni del Presidente della Regione Sicilia Lombardo, una maggioranza sostenuta anche dai voti del Partito Democratico, la Lega Nord è stata indebolita, de Magistris con la politica dei beni comuni, sinonimo di qualità della vita, e democrazia partecipata a Napoli ecc).
I capitali monetari nel sistema Italia confluiscono in maniera preponderante verso il Nord mentre il Sud viene abbandonato a se stesso. Il potere al Sud si accentra molto spesso nelle mani di pochi e lo Stato investe scarse risorse per la sicurezza, il controllo e lo sviluppo del territorio; non vi è una strategia politica efficiente per realizzare in questi territori la qualità della vita e inoltre non esiste attualmente una valida logica di potere civile per risollevare il Sud dal degrado culturale, mentre la classe dirigente meridionale assiste inerte al massiccio transito di capitali che confluiscono verso il Nord Italia, Nord Europa e Paesi dell’Est. Ciò dimostrerebbe una patologia della nazione Italia, in quanto le politiche di decentramento dei poteri dello Stato a livello locale stanno provocando un profondo cambiamento dell’idea nobile che sta a fondamento della Costituzione della Repubblica italiana e cioè, sostanzialmente, la qualità della vita di tutti gli italiani. Questa patologia si chiama politica clientelare: essa ha prodotto un insufficiente livello di qualità della vita al Sud, corruzione, deturpamento e inquinamento di vaste aree di territorio, nonché scarsa efficienza di tutti i settori produttivi, mentre al Nord un pericoloso sentimento antimeridionalista che, a lungo andare, potrebbe spaccare l’Italia. Bossi vuole punire il popolo del Sud Italia con il federalismo demaniale prima e quello municipale dopo, strumenti che dovrebbero tenere la spesa pubblica sotto controllo. Ma chi è che spende i soldi pubblici? Apparati dello Stato. Chi è che dovrebbe controllare? Apparati dello Stato. La verità è che non c’è alcuna possibilità per condannare giudiziariamente apparati dello Stato che procurano danni permanenti alle casse pubbliche dello Stato, e cioè ai cittadini. L’ideologia della qualità della vita è una piattaforma idealistica, la casa di tutti gli italiani, essa ha gli strumenti filosofici, tecnologici e scientifici per pianificare il controllo e lo sviluppo del territorio italiano secondo giustizia. Purtroppo all’idea di unità nazionale che sta a fondamento dello Stato italiano, si contrappone un’idea regionalista e federalista, decentramento dei poteri a livello locale che ha prodotto dei danni notevoli al sistema Italia perché i controlli non esistevano; oggi e in particolar modo le rivendicazioni brutali di Bossi e della parte più accanita del suo partito, sono oggetto di forti perplessità, ma ciò che più preoccupa è il fine ultimo. Certo, l’interesse da parte del Ministro dell’Economia Giulio Tremonti verso studi che parlano di reddito procapite di una parte rispetto all’altra, Bossi che parla di Padania libera e poi la bandiera verde della Lega Padana; questi si che sono  elementi che non fanno ben pensare. Per questo l’unica cosa da fare, per ribaltare questo momento sfavorevole della nostra identità di unità nazionale, è che il popolo reagisca democraticamente, ma con forza, contro questa sterile e mediocre classe dirigente che in questi anni non è stata in grado di prevedere ciò che stava accadendo. Noi meridionali insieme a quella parte civile e solidale del Nord che ci ama, che desidera che i nostri territori ritornino a splendere come un tempo, vogliamo costruire un futuro diverso, un futuro migliore, ma soprattutto pensiamo a un futuro che corrisponda concretamente ai nobili contenuti del dettato costituzionale e scritti con grande senso di responsabilità ed equilibrio da uomini che hanno rappresentato la vera Italia unita. Oggi il Sud è un ammalato grave che per essere curato non ha bisogno del menefreghismo secessionista della Lega Nord, ma necessita di persone più consapevoli del fatto che la modernità di un territorio risiede nel concetto di qualità della vita.

 
Alla Moretti del PD, scuola Bersani che parla di scelte politiche concrete, morali e trasparenti.
Solo oggi si accorgono che il federalismo fiscale, argomento principale delle passate legislature, sostenuto anche dal PD e IDV, e' uno strumento deleterio, utile al radicamento e rafforzamento delle politiche clientelari dei territori...
Tutto e solo questo mentre si avvicinava la tempesta dei debiti sovrani!
All'epoca ero l'unico a denunciare queste cose...

 La ricchezza di un Paese: il concetto di paesaggio

L’inno di Mameli “fratelli d’Italia” rappresenta il paesaggio idealistico dell’identità nazionale

L’Italia è una nazione con un’identità culturale basata su una storia millenaria d’inestimabile valore per l’umanità, che ha il dovere di custodire. Noi italiani abbiamo un alto compito che è quello di preservare questo patrimonio e di contribuire a renderlo accessibile a tutti, garantendo alle future generazioni la possibilità di conoscere uno dei contesti culturali e artistici più interessanti che l’uomo sia stato in grado di realizzare.

La ricchezza di un Paese si fonda sostanzialmente sul paesaggio, inteso non solo come l’aspetto naturalistico e morfologico di un territorio, ma anche come il prodotto dello sviluppo storico-dinamico dell’agire umano (patrimonio storico-tecnico-artistico e idealistico). Il territorio ha, a mio avviso, un’importanza fondamentale per la determinazione della ricchezza culturale di un popolo sia in termini materiali che in termini ideali. Il paesaggio è uno strumento potente per influenzare ed interessare le masse, non a caso studiosi e artisti di ogni genere hanno trovato in Italia importanti fonti di ispirazione. Molto spesso si dice che l’Italia produce ottimi cervelli, ebbene non penso che sia un risultato attribuibile al solo merito degli insegnanti, anche il paesaggio ha la sua importanza e, inoltre se esistono nei nostri istituti bravi insegnanti questo è dovuto anche alla ricchezza del nostro paesaggio! Ma il paesaggio, a mio avviso, è anche un potenziale di capacità che racchiude in sé molteplici attività umane e la vitalità di queste si traduce in termini di ricchezza; queste capacità dovrebbero essere messe in condizione di lavorare per il bene del paese. La ricerca scientifica per esempio è una di queste e in ciò l’Italia è molto indietro a causa delle scarse risorse a essa destinate; esistono Paesi che investono di più, esistono Paesi dove la ricerca è finanziata dai colossi farmaceutici, in Italia queste grandi multinazionali non esistono, se non in forme limitate. Fincantieri è ormai sull'orlo del fallimento, Finmeccanica non se la passa poi tanto meglio a causa potere partitocratico parassitario che ha sottratto risorse necessarie per il rinnovamento e la ristrutturazione aziendale che andava fatta prima della crisi e non durante. Il nostro sistema universitario e debole dal punto di vista finanziario, inoltre è ancora poco sfruttato dalla politica che non pretende, ne motiva le università a fare progetti di alto profilo istituzionale utili alla collettività. Il cinema per esempio è un indotto industriale di non trascurabile importanza culturale per un paese, ma questa potente macchina non viene sfruttata per promuovere l’italianità al di fuori del nostro territorio, se non in forme pressoché mediocri. Uno dei problemi strutturali dell’Italia è che non riesce a supportare dal punto di vista organico la crescita industriale di alcuni settori strategici, cioè un impresa piccola fa molta fatica a diventare media, e un’impresa media a sua volta difficilmente diventerà grande e questo è un limite enorme per la competizione a livello mondiale. Oggi la competizione italiana deve orientarsi alla qualità dei prodotti e alle competenze necessarie e sufficienti per venderli, ma senza un adeguato apparato infrastrutturale dei trasporti (merci, persone e idee) non riusciremo a dare le giuste opportunità a tutti i settori produttivi strategici del nostro paese. (Leggendo questo paragrafo si può notare in maniera molto evidente ciò che è accaduto tra il 2010 e il 2012, mi riferisco agli scandali in Finmeccanica e agli stipendi dei super manager)

Osservazioni e approfondimenti

Il paesaggio, inteso quindi come la particolare fisionomia di un territorio determinata dalle sue caratteristiche fisiche, antropiche, biologiche ed etniche, è una delle risorse principali per l’Italia; esso è imprescindibile dall’osservatore e dal modo in cui viene percepito e vissuto. Il paesaggio è clima, il paesaggio è agricoltura, il paesaggio è cucina mediterranea, il paesaggio è ottima formazione, il paesaggio è intelligenza dei cervelli, il paesaggio è cultura ecc; grazie al paesaggio il territorio italiano è stato per molti secoli il centro storico (inteso come il luogo dove si sono sedimentate eccezionali prove culturali dell’attività umana) più importante e potente della cultura umana, reso possibile dall’incontro e dalla sintesi di molteplici esperienze culturali provenienti da tutto il mondo. Pertanto l’Italia avendo un paesaggio più ricco e completo ha più opportunità potenziali, quindi esso dovrebbe essere coltivato sia dal punto di vista materiale che ideale; nella pratica, invece, ciò è ostacolato dai problemi di carattere strutturale riconducibili tutti a un mediocre livello di qualità della vita del sistema Italia, il quale produce: conflittualità, scarse competenze, corruzione, poca trasparenza e, così via. Nei periodi di decadenza economica i nodi vengono al pettine: carenze energetiche, carenze manageriali, carenze dirigenziali, carenze di risorse. Proprio in questi momenti nasce l’esigenza di individuare le priorità; oggi la priorità italiana numero uno dovrebbe partire dal senso di responsabilità politica, che dovrebbe trovare le risorse giuste mettendole al posto giusto (viene da dire: dimezziamo i costi della politica, e se i nostri politici costano troppo e fanno poco andiamo a scegliere i nostri rappresentanti nel resto d’Europa, dove sono più competitivi e più efficienti). Visto che la ricchezza umana fondata sul paesaggio è sicuramente più potente della ricchezza dei prodotti finanziari (derivati e contenitori vari difficilmente decifrabili) generati molto spesso sulla base di teorie e modelli capitalistici (virtuali), creati dal gioco della finanza e da speculatori senza scrupoli perché speculano sulla povera gente, allora grazie alla sua cultura millenaria l’Italia è meno esposta alle turbolenze finanziarie dell’economia mondiale, in quanto il paesaggio italiano è fondato su di una ricchezza reale, tangibile; essa possiede un’estetica, una bellezza sensitiva, che ci è invidiata dal mondo intero.
Spesso i prodotti finanziari diventano forme patologiche al servizio del potere, nel bene e nel male, coinvolgono indiscriminatamente persone innocenti su scala mondiale, perciò non danno valore alla funzione nobile dell’esistenza e ai diritti umani. Paradossalmente questo gioco finanziario produce, in alcune fasi ascendenti, vantaggi economici, quindi ricchezza, che permette di crescere economicamente e di distribuire benessere, mentre nelle fasi discendenti genera perdite su scala mondiale come si è visto con il caso dei derivati americani (e il caso di dire che l’America ha dato, l’America ha tolto...); oggi il Presidente Mario Draghi propone alcune misure (regole del gioco) per arginare le perdite delle fasi discendenti, permettendo così a questo gioco di continuare riconquistando la fiducia da parte degli investitori. I capitali al servizio della qualità della vita: questa, invece, sarebbe la miglior regola. 

L’unico modo per rivalutare lo straordinario paesaggio italiano
è l’ideologia della qualità della vita
 
Tuttavia il paesaggio resta e non svanisce mai, anzi si rivaluta sempre, ci emoziona sempre e ci meraviglierà ancora per molto, grazie all’idea che è in continuo movimento, grazie all’interpretazione poetica della realtà che ci circonda. Per questo motivo l’indotto industriale del settore turistico riveste un ruolo di enorme importanza per la stabilità economica del nostro Paese; ciò è motivato anche dalla potente industria manifatturiera e dalla massiccia presenza di artigianato, di piccole e medie imprese, senza alcun dubbio conseguenza di questa storica ricchezza, che l’Italia ha il piacere di vantare, che collaborano affinché questa cultura sia anche nel futuro una risorsa economica di non trascurabile importanza. Molto spesso sentiamo dire che l’Italia non possiede materie prime per lo sviluppo industriale, ma da questo punto di vista è un territorio ricco di straordinarie materie prime che non viene rivalutato nel modo giusto. Quando si parla di paesaggio non può mancare l’attenzione verso quello agricolo e marittimo fin dall’antichità considerati strategici, oggi sono deturpati, maltrattati e poco considerati. (Bene il decreto legge Ministro per le politiche agricole Mario Catani per fermare il consumo del suolo agricolo e la cementificazione delle aree rurali)
In questi ultimi tempi stiamo assistendo a due grandi fusioni con fisionomie abbastanza diverse. Da un parte l’asse Londra-Milano-Toronto siamo di fronte a un conglomerato destinato a diventare la prima Borsa al mondo per numero di società quotate (circa 6.700) e primo - in particolare - per le aziende del settore energetico e dall’altra parte, New York-Parigi-Francoforte  potrebbero dar vita alla prima Borsa per lo scambio dei derivati e nella raccolta di capitale. 

L’Unità d’Italia

Con quali principi hanno agito i padri e madri costituenti e con quali principi la politica odierna agisce?


Il concetto d’Italia unita, proprio per le sue caratteristiche idealistiche e materialistiche insieme, non è più visto come un postulato così tanto evidente da essere unico e inviolabile. È chiaro a tutti che l’Italia è una realtà che dipende da una serie di presupposti, senza i quali essa decade. A questo punto diventa evidente come la Costituzione della Repubblica italiana possa, essa stessa, essere considerata come una meta per gli italiani e se oggi si parla del suo declino è perché la politica italiana ha tradito la sua funzione nobile. La classe politica attuale in Italia ha sicuramente contribuito al benessere delle proprie tasche con privilegi e stipendi a dir poco generosi, rispetto alla media dei rispettivi stipendi europei (e questa è forse la vergogna più grande per una coscienza politica che si ritenga civile). Tuttavia, le incessanti rivendicazioni di un Nord sempre più esigente in termini di qualità della vita e il malgoverno del Sud sono la dimostrazione lampante di un alto tradimento nei confronti della nazione. Il punto è proprio questo: i presupposti della giovane Costituzione italiana, che fondano il concetto di Italia unita, sono stati creati per il bene di tutta la comunità nazionale, per creare le basi per il progresso dell’Italia intera e non per una parte sola di essa. A me pare che lo Stato, soprattutto in questi ultimi anni, sia molto attento alle esigenze dello sviluppo nordista e poco attento alle esigenze del Sud, che ha bisogno di crescere quanto il Nord, soprattutto investendo nella macchina del turismo e nell’industria marittima per lo sviluppo del commercio del Mediterraneo. Questo ragionamento è evidente quando ci si concentra sulle esigenze economiche rivendicate con tanta forza reazionaria, a mio avviso pericolosa, dalla Lega Nord di Bossi e sulla mancanza, da parte dello Stato centrale e dei partiti che contano, di una strategia politica per contrastare quegli enti locali incapaci di creare qualità della vita. Il Sud ha bisogno di capitali quanto il Nord, abbiamo bisogno di capitali da destinare a tutti quei programmi appositamente pianificati che hanno lo scopo di realizzare la qualità della vita ed un’adeguata crescita economica sul nostro territorio, condizione indispensabile per sfruttare al meglio una delle risorse più importanti del Meridione, cioè la macchina del turismo.

 

Il Meridione deve far sentire la propria voce
Lega Nord promuove il federalismo come una sorta di istinto egoistico? La legge del più forte che ambisce a cambiare le regole del gioco


Sono millenni che l’essere sociale “uomo” manifesta una caratteristica alternanza: in alcuni momenti vi è una tendenza ad aggregarsi e in altri a disgregarsi, secondo una tendenza tipica della psicologia umana. Il primo caso si manifesta quando gruppi scollegati ambiscono a unirsi idealmente e materialmente per diventare più forti e più competitivi. Il secondo caso, invece, si manifesta quando almeno un gruppo ritiene che distaccarsi dal gruppo di appartenenza sia più vantaggioso per diversi motivi; in quest’ultimo caso la causa scatenante è il contrasto idealistico e materialistico fra gruppi che pensano e agiscono in maniera diversa; anche la paura dell’ignoto e a volte l’incapacità di interazione gioca un ruolo importante. Oggi il concetto di qualità della vita così come è stato proposto da me delineerebbe, una tendenza a favore dell’aggregazione e cioè ad una maggiore cooperazione ed interazione fra i popoli, in quanto alcune forme di pianificazione che si fanno a livello territoriale sono superflue e continuamente ripetitive. Per minimizzare i costi massimizzando i profitti relativi alla qualità della vita, basterebbe un'unica pianificazione a livello nazionale, oppure a livello mondiale. Questo modo di procedere di cui si dirà più ampiamente in seguito a proposito del concetto di globalizzazione, è uno dei metodi per controllare lo sviluppo ecosostenibile dei territori, nonché un metodo per contrastare l’attività illecita di capitalisti senza scrupoli. L’Italia è un Paese antico ricco di storia e di cultura. Durante il suo cammino politico ha attraversato vari momenti di tipo aggregativo oppure disgregativo. Con l’Unità d’Italia il Nord demolì quel prestigio culturale e politico che aveva meritatamente raggiunto il Meridione, ottenne i territori e acquisì un ingente capitale monetario utile alla propria crescita economica: nacque la famosa questione meridionale. Per il Meridione iniziò un inesorabile declino che ci porta fino ai giorni nostri attraverso le politiche di industrializzazione a favore del Nord, l’emigrazione di forza lavoro verso il Nord e le politiche fallimentari al Sud. Da qualche anno e precisamente da quando nasce la Lega Nord si è notato l’interesse di un Settentrione sempre più esigente in fatto di risorse monetarie da destinare alla crescita economica. Il federalismo fiscale è la evidente dimostrazione di questo fatto; esso in sostanza afferma il principio che chi ha qualcosa in più avrà qualcosa in più e chi ha qualcosa in meno avrà qualcosa in meno, anche se si vuol far credere che coloro che avranno qualcosa in meno in realtà avranno ciò che hanno oggi. Ma ciò che hanno oggi è uno scarso livello di qualità della vita. Non esiste fiscalità di vantaggio che tenga, né federalismo o regionalismo per risolvere il degrado istituzionale di quest’ultimo ventennio. Lo Stato deve ritornare semplicemente a fare ciò che gli compete, cioè a esercitare le sue funzioni in ogni angolo del territorio nazionale. Deve imparare a gestire il territorio per garantire sviluppo e libertà d’azione da parte dei cittadini desiderosi di vivere e prosperare in quel luogo per quel luogo. Deve imparare a governare il territorio nazionale, a pianificare le strategie per il futuro senza trascurare il Mezzogiorno e la posizione strategica che esso ha nel Mediterraneo. Deve evitare di sprecare risorse per rafforzare questo deludente regionalismo con maggiore decentramento del potere a livello locale (federalismo e federalismo fiscale) e piuttosto destinare nuovi e ingenti fondi rafforzando i suoi compiti primari su tutto il territorio nazionale in maniera capillare ed energica. Solo così e solo allora il popolo meridionale potrà dimostrare le sue capacità competitive e di crescita, non soltanto economica. La verità è che il 
federalismo fiscale se inteso egoisticamente è un principio incostituzionale che, guarda caso, non fu ritenuto prioritario dai nostri saggi padri e madri costituzionali, per il semplice motivo che in una famiglia tutti hanno diritto alla stessa parte. Certo a ogni diritto è associato un dovere, che consiste nel far sì che la parte che si è ricevuta di diritto basti per affrontare le esigenze di qualità della vita di un territorio. Pare che il mancato rispetto, da parte di tutti gli enti locali del Sud, di questo dovere abbia determinato un decisivo punto a favore del federalismo fiscale. Per ottenere questo importante risultato politico la Lega Nord di Bossi ha giocato su due elementi molto importanti: il primo è l’esigenza di crescita in termini di qualità della vita di chi vive al Nord e il secondo è l’accusa verso i malgoverni del Sud definiti incapaci di gestire le risorse. Ebbene, per questi motivi non penso che il federalismo fiscale sia una legge motivata dall’interesse generale, anche se demagogicamente si vuol far credere il contrario. È deprimente vedere come la maggior parte dei partiti italiani, dopo aver combattuto aspramente contro le idee di secessionismo della Lega, ora sia favorevole al federalismo di Bossi. Dal federalismo al secessionismo non c’è molta strada: praticamente il federalismo è quello strumento con cui un gruppo si allontana da un altro, realizzando le basi culturali per il secessionismo ed è proprio per questo motivo che il federalismo bossiano è come un vento che soffia nella direzione della bandiera verde della Padania libera. Lo Stato italiano sottovaluta….poi si ritrova i mostri in casa come fu per Mussolini ieri, così oggi per Berlusconi che è diventato una potenza finanziaria e mediatica ingombrante per la democrazia, un uomo che ha appesantito gli equilibri democratici e culturali di questo Paese. La maggior parte dei Comuni e delle Regioni del Nord, sia quelle di centrosinistra che quelle di centrodestra, sono favorevoli al federalismo: questo significa che sia il PD che il PDL desiderano realizzare il federalismo in accordo alla Lega Nord di Bossi. A chi giova tutto questo? Ebbene, io dico che giova alla Costituzione italiana perché da queste esperienze l’Italia dovrà imparare a difendersi.

 

Oltre il federalismo: uno Stato equo-solidale

Con il federalismo si vogliono premiare i “clienti migliori”, quelli che contano di più



A mio modesto avviso tutte le parole che finiscono per “ismo” sono pericolose. A questo punto del discorso è evidente che se siamo ancora lontani dall’attuazione degli obiettivi della Costituzione italiana in tutto il Paese lo dobbiamo agli uomini che avrebbero dovuto guidarci verso la realizzazione di questo obiettivo. In particolare sono convinto che il concetto di federalismo italiano somigli all’idea che in casa propria si può fare ciò che si vuole, trascurando il fatto che l’Italia è attualmente la casa di tutti gli italiani, un fatto importante che solo un pazzo o un nuovo dittatore metterebbe in discussione. Il federalismo, contrariamente a quanto pensano i suoi diretti sostenitori, non è uno strumento indispensabile per lo Stato italiano per tante ragioni storiche e politiche, scientifiche e tecnologiche, senza sottovalutare il fatto che l’Italia è un Paese di forte ispirazione cattolica, elemento senz’altro unificante. In un momento storico delicato come questo, dove si dovrebbe tendere all’unione per essere più forti e competitivi e per favorire la cooperazione fra gli Stati, il federalismo non fa altro che indebolire il sistema Italia sia internamente che esternamente. Internamente perché il Paese si frammenta nell’unità regionale e comunale, allontanandosi da un unico semplice concetto di unità nazionale. Esternamente perché l’Italia rischia di diventare un Paese ancora più complesso di come già attualmente è, e con il quale un Paese straniero avrà molta più difficoltà a cooperare. Per realizzare la qualità della vita in Italia abbiamo bisogno di maggiore pianificazione a livello nazionale, pertanto c’è bisogno di più Stato e una nuova ideologia che metta fine alla generazione dello scontro ideologico (destra/fascisti-sinistra/comunisti). Per affrontare il problema del malgoverno territoriale e delle amministrazioni inadempienti lo Stato può utilizzare altri tipi di strumenti legislativi come ad esempio una commissione permanente appositamente creata per svolgere un ruolo di supercontrollo delle spese, un compito questo che attualmente riveste la Corte dei Conti, un organo importante che andrebbe riformato o al più potenziato. Si potrebbe pensare di affiancare alla Corte dei Conti uno degli attuali rami del parlamento di Camera o Senato (il bicameralismo, a mio avviso,  è fallito, i tempi sono maturi affinché l’Italia si dia un parlamento legiferante più snello ed efficiente, pertanto una camera è più che sufficiente). La Camera e il Senato sono istituzione che svolgono la stessa funzione, questa suddivisione fu creata per questioni di garanzia, c’era lo spettro del fascismo all’ora, oggi non hanno più ragione di esistere, anche perché questi due soggetti non producono un ritorno in termini di efficienza e qualità, intanto i tempi per emanare una legge si allungano; questa mi pare una straordinaria operazione di snellimento degli organi dello Stato, abbattendo la vera e vergognosa spesa pubblica, e finalmente, il cittadino vedrebbe un impegno serio da parte dello Stato nella risoluzione dei suoi problemi legati alla qualità della vita. Questa rinnovata fiducia porterebbe un vantaggio notevole in termini di efficienza di tutto il sistema Italia. In questo modo si darebbe più spazio al metodo del commissariamento o di elezioni anticipate per quelle Regioni o Comuni che non rispettano una serie di parametri prestabiliti dal governo centrale. 


Punti d'arrivo
La debolezza del Sud si esprime nell’assenza dello Stato, nel caos che nasce dalla eccessiva inefficienza della classe dirigente definita giustamente e di fatto sprecona, nelle guerre tra le bande che si spartiscono i territori, in un pluralismo politico caotico. Pertanto i cittadini meridionali sono disillusi e scontenti, sono depressi e demotivati, sono tra loro poco coesi e disorganizzati. Il problema del Sud è la qualità della vita: un solo problema, dunque, e ciò nonostante i cittadini del Sud non riescono a trovare degli obbiettivi comuni per combattere insieme contro un’unica giusta causa. Questa disgregazione è tanto più pericolosa quanto più presente è a livello regionale o addirittura comunale, provocando una dannosa disarticolazione del tessuto sociale e civile, che è un indispensabile anticorpo per un Paese moderno e democratico. L’insieme di questi fattori negativi danneggia, fra l’altro, l’immagine delle straordinarie bellezze paesaggistiche e patrimoniali del prodotto meridionale. Le rivendicazioni di un Nord sempre più esigente in termini di risorse economiche da destinare alla qualità della vita e il malgoverno del Sud sono la dimostrazione lampante di questo fallimento. 
Per quale motivo il popolo meridionale dovrebbe sentirsi così tranquillo nel farsi tutelare da un partito, il PD che al Sud ha permesso gravi disastri come l’inquinamento di vaste aree sottratte all’agricoltura per l’inesistenza di una seria politica per lo smaltimento dei rifiuti; l’inquinamento del mare sottratto alla balneazione per l’inadeguata azione politica per lo smaltimento delle acque reflue e poi ancora scarsa manutenzione, invivibilità degli agglomerati urbani, servizi inefficienti, bonifiche mai realizzate...e non ho mai sentito da parte di Bersani o del partito, richiedere le dimissioni dell’ex Presidente della Regione Bassolino. Il Partito Democratico al Nord si comporta in un modo e al Sud in un altro. Al Settentrione accetta il federalismo fiscale come un’opportunità, favorendo la parte più ricca d’Italia, mentre al Sud consente contaminazioni di rifiuti tossici (provenienti fra l’altro dal Nord Italia), poca trasparenza, illegalità e corruzione. Come può il Partito Democratico astenersi alla Camera su una materia importante come il federalismo fiscale consentendo l’approvazione della legge delega 5 maggio 2005 n. 42[2], recante i principi e i criteri direttivi per l’attuazione del federalismo fiscale, e dirsi garante della Costituzione?

Il Pd, autodefinitosi il partito della disciplina e della coerenza come più volte si è evinto dalle dichiarazioni dei suoi leader, al Sud si piega a logiche clientelari perverse e poco trasparenti, mentre al Nord favorisce i clienti migliori; il Presidente Dalema va dicendo che il federalismo fiscale è stato approvato dal centrosinistra con due soli voti di maggioranza e al centrodestra il compito-merito per attuarlo; forse il PD pensava ai voti del Nord? con questa deprimente strategia sul futuro dell’Italia tutta al favore del Nord, il Partito Democratico ha dato una valida base ideologica all’alleanza Bossi-Berlusconi, i quali preferiscono, come si evince dalle loro affinità idealistiche e materialistiche, un’Italia a due velocità; la parte più ricca ancorata ai Paesi del Centro Europa e il Mezzogiorno lasciato a se stesso e nelle mani di logiche di potere mediocri. A Berlusconi e alla sua famiglia va bene, in quanto tutti i loro interessi economici sono concentrati verso il Nord, mentre per Bossi si tratta di una ragione di esistenza politica per sé e per il suo partito, nonché per i suoi clienti elettori. Quindi se da un lato abbiamo una strategia vincente per avvantaggiare il Settentrione nell’intensificazione di rapporti commerciali con il Centro e Nord Europa, dall’altro lo Stato e il governo italiano non hanno una strategia per il Mezzogiorno o meglio lasciano prevalere alcune logiche di potere che non hanno interesse a collocare l’Italia e il Meridione al centro del Mediterraneo. Secondo una reale ottica di centralità l’Italia tutta intera dovrebbe giocare un ruolo più attivo ad esempio per la pacificazione del Medio Oriente, consolidare rapporti culturali e commerciali con tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e, perché no, creare le basi per intensificare il commercio con i Paesi emergenti dell’Asia. Secondo questa logica è l’Italia che deve iniziare a gestire attraverso scambi e negoziati intelligenti, convenienti per tutti, una strategia di apertura culturale e commerciale, non più di diffidenza e chiusura (retaggio del dopoguerra). L’umanità deve cambiare rotta: esistono le condizioni per un periodo di pace e di prosperità culturale ed economica per tutti i popoli di questo mondo e l’Italia ha il dovere di interpretare questo ruolo da protagonista, per ragioni storiche e per la sua straordinaria posizione geografica. Il Meridione in questo modo acquisirebbe prestigio e una nuova funzione nobile di non trascurabile importanza, al servizio del Paese e del mondo intero. Purtroppo finché non prevarrà questa nuova sensibilità a livello istituzionale (locale e mondiale), dovremmo accontentarci della mediocrità politica, del federalismo di Bossi-Berlusconi e di una strategia a livello mondiale basata sostanzialmente sui conflitti e non sulla cooperazione.



[2] Nel corso di quella giornata undici deputati del centrosinistra (Mantini, Lusetti, Burtone, Santagata, Zampa, Lenzi, Strizzolo, Marini, Colombo) espressero il proprio dissenso contro l’astensione, salvo poi adeguarsi alla decisione del gruppo, fatta eccezione per Mantini e Colombo nonostante l’invito del segretario Dario Franceschini. In quella stessa occasione Franceschini dichiarò che il Pd «non è contro il federalismo fiscale». La scelta dell’astensione da parte del Pd fu stata criticata anche da Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista, secondo cui «questo federalismo aumenta la guerra tra i poveri e non garantisce i diritti sociali» e «rappresenta una vittoria della Lega Nord, nella logica di spezzettare l’Italia».





Qualità della vita Italia

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