Cenni storici


Evoluzione divina naturale
della specie umana, che ambisce 
nel mistero della non completezza
della verità terrena  materialistica
ad operare secondo verità assolute, appartenenti al mondo delle idee a priori, nel rispetto della dignità umana e della vita
(Domenico Esposito)




Il concetto di qualità della vita come dinamica permanente dello sviluppo storico


Ti sottolineo che questo articolo è un capitolo del libro  Ideologia della qualità della vita


Fin dai tempi più remoti e preistorici l’uomo ha cercato per sé e per il proprio gruppo di appartenenza le favorevoli condizioni di vita, o qualità della vita, per meglio sopravvivere. Alcuni studiosi attribuiscono al concetto di qualità della vita radici lontane, già un filosofo del calibro di Platone aveva dedicato vari anni della sua esistenza a organizzare in concreto il governo e la città perfetti, e dopo di lui, Aristotele parla di “buon spirito” o felicità. Ai due filosofi greci si sono poi aggiunti lungo i secoli numerosi altri filosofi, religiosi, sociologi che si sono cimentati nel descrivere in dettaglio gli elementi necessari per una comunità felice, dando vita a un filone di studi che va dal cristianesimo fino all’era moderna, che tocca temi importanti come l’umanesimo, l’umanesimo cristiano fino ad arrivare all’età dei lumi e ai concetti scientifici moderni di tipo quantitativo...........e così via


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La ricchezza di un Paese: il concetto di paesaggio

L’Italia è una nazione con un’identità culturale basata su una storia millenaria d’inestimabile valore per l’umanità, che ha il dovere di custodire. Noi italiani abbiamo un alto compito che è quello di preservare questo patrimonio e di contribuire a renderlo accessibile a tutti, garantendo alle future generazioni la possibilità di conoscere uno dei contesti culturali e artistici più interessanti che l’uomo sia stato in grado di realizzare.
La ricchezza di un Paese si fonda sostanzialmente sul paesaggio, inteso non solo come l’aspetto naturalistico e morfologico di un territorio, ma anche come il prodotto dello sviluppo storico-dinamico dell’agire umano (patrimonio storico-tecnico-artistico e idealistico). Il territorio ha, a mio avviso, un’importanza fondamentale per la determinazione della ricchezza culturale di un popolo sia in termini materiali che in termini ideali. Il paesaggio è uno strumento potente per influenzare ed interessare le masse, non a caso studiosi e artisti di ogni genere hanno trovato in Italia importanti fonti di ispirazione. Molto spesso si dice che l’Italia produce ottimi cervelli, ebbene non penso che sia un risultato attribuibile al solo merito degli insegnanti, anche il paesaggio ha la sua importanza e, inoltre se esistono nei nostri istituti bravi insegnanti questo è dovuto anche alla ricchezza del nostro paesaggio! Ma il paesaggio, a mio avviso, è anche un potenziale di capacità che racchiude in sé molteplici attività umane e la vitalità di queste si traduce in termini di ricchezza; queste capacità dovrebbero essere messe in condizione di lavorare per il bene del paese. La ricerca scientifica per esempio è una di queste e in ciò l’Italia è molto indietro a causa delle scarse risorse a essa destinate; esistono Paesi che investono di più, esistono Paesi dove la ricerca è finanziata dai colossi farmaceutici, in Italia queste grandi multinazionali non esistono, se non in forme limitate. Il nostro sistema universitario e debole dal punto di vista finanziario, inoltre è ancora poco sfruttato dalla politica che non pretende, ne motiva le università a fare progetti di alto profilo istituzionale utili alla collettività. Il cinema per esempio è un indotto industriale di non trascurabile importanza culturale per un paese, ma questa potente macchina non viene sfruttata per promuovere l’italianità al di fuori del nostro territorio, se non in forme pressoché mediocri. Uno dei problemi strutturali dell’Italia è che non riesce a supportare dal punto di vista organico la crescita industriale di alcuni settori strategici, cioè un impresa piccola fa molta fatica a diventare media, e un’impresa media a sua volta difficilmente diventerà grande e questo è un limite enorme per la competizione a livello mondiale. Oggi la competizione italiana deve orientarsi alla qualità dei prodotti e alle competenze necessarie e sufficienti per venderli, ma senza un adeguato apparato infrastrutturale dei trasporti (merci, persone e idee) non riusciremo a dare le giuste opportunità a tutti i settori produttivi strategici del nostro paese.
http://domenico-esposito.blogspot.it/2011/12/amor-di-patria-una-rivoluzione.html
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